top of page
Cerca
Immagine del redattoreGero Giglio

SAVE THE CAT SPIEGATO FACILE

Una veloce e pratica guida alla moderna scrittura cinematografica e televisiva


Eccoci alla prima delle 15 dispense per capire, facilmente e velocemente, che sono sono i Beat che – secondo Blake Snyder – compongono una sceneggiatura valide e, perché no, di successo. Il tutto spiegato nel suo bestseller Save the Cat.


Prima di cominciare...

Che cos'è Save the Cat? Perché è la prima volta che ne sento parlare? Perché se è così utile qui nessuno ne parla? Ma che ha fatto 'sto Snyder?

Tutte domande legittime! Infatti, devo necessariamente spiegare cosa sia questo testo che, ormai, è diventato il riferimento per la scrittura di qualsiasi film, serie tv e anche narrativa.

L’autore, decisamente uno sconosciuto da noi, non è che abbia prodotto chissà quali capolavori. Anzi: al suo attivo ha poco più di due titoli e, anche quelli, non è che siamo pilastri della cinematografia mondiale.


Tutto molto bello! Ma, allora: perché si dà tanto credito a uno che, da sceneggiatore, non ha raggiunto risultati eccelsi?

Ve lo spiego subito: Blake Snyder è una di quelle figure che dire fondamentali e riverite nel mondo del cinema hollywoodiano è un eufemismo. Lui è uno script doctor. Colui che viene ingaggiato da un produttore televisivo, cinematografico o teatrale per riscrivere o rifinire un copione esistente, intervenendo su una o più caratteristiche quali la struttura, i personaggi, i dialoghi, il ritmo, il tema e altri elementi. Vale a dire: tutto e, molto spesso (anzi diciamo sempre) non appare mai nei titoli di coda perché avere sul proprio film uno Script Doctor è praticamente un’infamia per chi l’ha scritto. Così, diventano co-sceneggiatori e tutti sono felici. Fra i nomi più conosciuti di script doctor (e che non sono apparsi nei titoli) abbiamo Quentin Tarantino, Aaron Sorkin e Tom Stoppard… solo per citarne qualcuno di grosso. Io stesso sono apparso nei titoli di un film come Script Doctor nell’inteso Il Fiore Gemello di Laura Luchetti che ha avuto il coraggio di non nascondersi dietro a una dicitura diversa per descriver il lavoro che ho fatto insieme a lei.


Nella lista degli Script Doctor, Snyder è uno dei più prolifici esistenti in occidente. Sotto le sue mani sono passati innumerevoli copioni e, grazie alla sua esperienza, è stato persino creato il software che tutti gli sceneggiatori hanno usato per anni: L’amatissimo Final Draft (che qui in Italia, porca pupazza, ci si ostina a non utilizzare perché “volesse mai il cielo” che si usasse uno strumento nato e concepito per scrivere le sceneggiature e aiutare le produzioni… noooo… noi si deve sempre fare accazzodicane con word… ma questa è un’altra storia).


Qualcuno dira che Save the Cat altro non è che una rielaborazione della Morfologia della Fiaba di Propp. Si è no.


Per quanto voglia bene a Propp – e per quanto possa apprezzare il suo sforzo di decodificare la struttura di una storia – posso dire in tutta franchezza che La Morfologia della Fiaba è una grandissima rottura di palle, esoterica, matematica, freddissima. La odio. È uno strumento utile per un filologo, un semiologo… persino per un antropologo: ma prova a utilizzare le sue regole per scrivere una storia e, ve lo assicuro, rimarrete fermi a pagina 1, schiacciata da quella mole di ingegno e nozioni che continuano a dirvi che voi non siete niente e che la vostra idea l’ha già avuta qualcun altro e, sicuramente, l’ha scritta meglio di voi. Tiè!


Quindi Propp, ti rispetto ma scansate proprio!


Il genio di Blake Snyder è stato partire proprio da quell’immensa rottura che è la Morfologia, leggersi e assimilare il libro fantastico di Joseph Campbell L’Eroe dai Mille Volti (che, non


vorrei dirlo, è stato la base della saga di Star Wars con lo stesso Campbell consulente alla sceneggiatura) e dare una sbirciatina alla riduzione di quel libro, ovvero: Il Viaggio dell'Eroe. La struttura del mito ad uso di scrittori di narrativa e di cinema di Christopher Vogler che è, in pratica, il bignami del libro di Campbell, senza tutta la mitologia.


E così, il buon Snyder ha fatto nella sceneggiatura ciò che J. K. Rowling ha fatto nella narrativa: un infuso perfetto di ingredienti altrui.

Infatti, oggi, Save the Cat è sulla scrivania di ogni produttore hollywoodiano e se non ne rispetti il ritmo, puoi andare a proporre il tuo lavoro altrove.


Concludiamo velocemente questa introduzione. Introduco il concetto di BEAT della sceneggiatura che, in sostanza, è un ritmo è il tempo e il movimento di un film o di una commedia. È un evento, una decisione o una scoperta che altera il modo in cui il protagonista persegue il suo obiettivo.




È un'unità di analisi della sceneggiatura che rappresenta la più piccola azione definita in una sceneggiatura: tipicamente uno scambio di comportamenti tra i personaggi in una sceneggiatura. Di solito assume la forma di azione-reazione. Ogni scena della storia procede battuta dopo battuta, con i personaggi che avanzano nell'azione. Come un corpo vivo, è il suo respiro vitale.

Vado quindi a spiegare, uno per uno, i 15 beat stilati da Snyder.


Andiamo quindi a elencare i 15 BEAT di Snyder. I numeri indicati sono le pagine della sceneggiatura nelle quali, secondo Snyder, dovremmo trovarci quando arriviamo al BEAT corrispondente.


0I. IMMAGINE DI APERTURA (1)

02. ESPOSIZIONE DEL TEMA (5)

03. ALLESTIMENTO (1-11)

04. CATALIZZATORE (12)

05. CONFLITTO INTERIORE (12-24)

06. PASSAGGIO AL SECONDO ATTO (25)

07. LINEA NARRATIVA B (30)

08. GIOCHI E DIVERTIMENTO (30-55)

09· PUNTO MEDIANO (55)

10. ARRIVANO I CATTIVI (55-75)

II. TUTTO È PERDUTO (75)

12. NOTTE OSCURA DELL’ANIMA (75- 85)

13. PASSAGGIO AL TERZO ATTO (85)

14. FFINALE (85-IIO)

15. IMMAGINE DI CHIUSURA (IIO)





BEAT 01: IMMAGINE DI APERTURA

È, semplicemente, la prima impressione cosa che lo spettatore vede dopo i titoli di produzione. Un’immagine che dà subito l’idea di cosa sia il film: il suo tono, il mood, la tipologia, il suo scopo… ma anche la posta in gioco si trovano tutti nell'apertura Immagine.


MA ATTENZIONE! Non confondete l’immagine di apertura con l’immagine che appare sui manifesti o nel trailer. Non ci sarà mai la scena di apertura (quello è materiale che si va a prendere dal punto 8- Giochi e Divertimento che spiegherò poi)


Qualche esempio di immagini di apertura famosi:



- Il volto di Alex con la ciglia finta e la bombetta ripreso in carrellata in Arancia Meccanica 

- Il lungo passare, ripreso dal basso, del Distruttore di Guerre Stellari 


- La ripresa del monte che diventa il lago della Paramount di ne I Predatori dell'Arca Perduta 


- L’immagine sottomarina notturna con la donna nuda che nuota ignara ne Lo Squalo 

Ve le ricordate no? Riuscite a capire subito il tono, il tipo, lo stile e la posta in gioco dell’intero film, giusto? l'immagine di apertura ha una battuta corrispondente: l'immagine finale. Sono i puntelli dove stenderete il filo sul quale si snoderà la storia. Le immagini iniziali e finali dovrebbero essere opposte, come un più e un meno, mostrando un cambiamento così drammatico da documentare lo sconvolgimento emotivo che il film rappresenta.

L’immagine di apertura, come dice Snyder “serve a farci accomodare meglio sulla poltrona e a farci pensare: Questo film sarà una bomba!


Quando si dice: un’immagine vale più di mille parole. Ecco, questo è il concetto.


In uno scritto, l'Immagine di Apertura si traduce in: la prima frase che un lettore legge.


Faceva caldo, la notte che Bruciammo Chrome” La notte che bruciammo Chrome - William Gibson


Chiamatemi Ishmael” Moby Dick – Herman Melville


Ascolta il passo breve delle cose” la volpe e il sipario – Alda Merini


Al bar Sport non si mangia quasi mai” Bar Sport – Stefano Benni


Tutti i bambini crescono, meno uno” Peter Pan – James Matthew Barrie


E a voi, vengono in mente delle immagini iniziali che vi hanno impressionato per il loro essere evocative, straordinarie o, semplicemente, indimenticabili?

Scrivetele nei commenti!


2.501 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page